Alphonse Mucha.
La seduzione dell’Art Nouveau

  • Un allestimento di una sala della mostra
  • Un disegno ripreso da una fotografia
  • Alphonse Mucha, Gismonda, 1894. Litografia a colori, 216x74,2 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Médée, 1898. Litografia a colori, 206x76 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Moët & Chandon: Champagne White Star, 1899. Litografia a colori, 60x20 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le Pater, 1899. Frontespizio del volume illustrato, 41x31 cm. Layout, illustrazioni e testi di Mucha, edito da H. Piazza et Cie, Paris. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Lance Perfum “RODO”, 1896. Litografia a colori, 44,5x32 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Nestlé's Food for Infants, 1897. Litografia a colori, 72x34,5 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Les Amants, 1895. Litografia a colori, 106,5x137 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Sarah Bernhardt: La Plume (no text), 1896. Litografia a colori, 69x51 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Chocolat Idéal, 1897. Litografia a colori, 117x78 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Autoritratto, 1907. Pastello blu e bianco su carta, 55 x 42 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le pietre preziose: Topazio, 1900. Litografia a colori, 67,2x30 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le pietre preziose: Ametista, 1900. Litografie a colori, 67,2x30 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le pietre preziose: Rubino, 1900. Litografia a colori, 67,2x30 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le pietre preziose: Smeraldo, 1900. Litografia a colori, 67,2x30 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le pietre preziose: Smeraldo, 1900. Litografia a colori, 67,2x30 cm. © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Bières de la Meuse, 1897. Litografia a colori, 154,5x104,5 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Le stagioni: Calendario per i negozi, Dewez Enseignes, Parigi, 1903. Litografia a colori, 49x66 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Job, 1896. Litografia a colori, 66,7x46,4 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Disegno tessile: Donna che tiene in mano una margherita, 1900. Tessuto, 60x78,5 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Langage des Fleurs - Plate 35 Album de la Decoration, c.1900. Litografia a colori, 47x57 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Mucha seduto davanti a "Gismonda". Stampa digitale su carta,18x13 cm, © Mucha Trust 2023
  • Alphonse Mucha, Autoritratto in camicia slava nel suo studio di Parigi, c.1898. Stampa digitale su carta,18x13 cm, © Mucha Trust 2023

 

Il percorso dell’esposizione, tematico e cronologico, presenta oltre 170 opere: manifesti, libri, disegni, olii e acquarelli, oltre a fotografie, gioielli, opere decorative, che permettono al visitatore di approfondire la complessità e l’eclettismo di Alphonse Mucha accanto a un nucleo di opere italiane che raccontano il contesto dell’evoluzione dello stile Art Nouveau in Italia.

Questa mostra vuole mettere in luce, oltre al suo talento, il grande lavoro di ricerca e riflessione che ha accompagnato l’evolversi della sua arte, senza mai perdere di vista l’attaccamento alla sua terra d’origine, per la cui indipendenza lotterà tutta la vita.

Mucha credeva che l’arte non dovesse limitarsi a essere piacevole alla vista: doveva comunicare un messaggio spirituale, elevare gli spettatori e soprattutto parlare a tutte le persone. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, Parigi era considerata il centro del mondo dell’arte. È la cosiddetta Belle Époque, c’è un grande entusiasmo e Alphonse Mucha diventa il più famoso e conteso artista dell’epoca. Le sue opere, le sue illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità danno vita ad una nuova forma di comunicazione. Le sue opere diventano subito famose in tutto il mondo, il suo stile è il più imitato, la potente bellezza delle sue donne entra nell’immaginario collettivo di tutti. È lo sguardo di una donna nuova, che rivendica il diritto di una libertà e dignità che, fino ad allora, le è stata negata. È l’inizio della modernità, di cui Mucha, con un linguaggio influenzato dai Preraffaelliti, dalle xilografie giapponesi, dalla bellezza della natura, dalla decorazione bizantina e da quella slava, si fa portavoce.

È un’arte nuova anche nella progettazione, partendo dall’osservazione della natura, Mucha si avvale delle nuove conoscenze scientifiche, quelle che definirà “teorie su come incantare”, i meccanismi della percezione visiva (occhio-nervi- cervello). E, allo scopo di determinare quali siano le forme e le linee più piacevoli, suggerisce di apprendere dalle strutture organiche della natura la legge delle proporzioni equilibrate: “La natura visibile, che cogliamo attraverso gli occhi, ci circonda di forme ricche e armoniose. La meravigliosa poesia del corpo umano e di quello animale, e la musica di linee e colori che promana da fiori, foglie e frutti, sono le più evidenti maestre per lo sguardo e per il gusto”.

 

 

Prima sezione – Donne, Icone e Muse

Le donne sono il fulcro dell’arte di Mucha. Belle, voluttuose, sensuali e allo stesso tempo innocenti, l’antitesi dell’immagine della donna decadente e pericolosa raffigurata dagli artisti tardoottocenteschi. Proprio ad una donna, Sarah Bernhardt, l’attrice parigina, si deve la nascita dello “stile Mucha”. L’artista ceco la incontra verso la fine del 1894, quando lei gli commissiona il manifesto per promuovere la commedia teatrale “Gismonda”. Mucha in quel momento è un illustratore di libri di discreto successo, ma del tutto sconosciuto nel campo dei manifesti pubblicitari. Malgrado l’inesperienza, la Divina rimane colpita dall’originalità delle sue composizioni, un formato insolitamente alto, caratterizzato da contorni eleganti e da colori pastello. Svelata sui cartelloni parigini il giorno di Capodanno del 1895, questa prima locandina per “la Divina Sarah” manda la città in visibilio. Il successo induce la Bernhardt a proporgli un contratto in esclusiva di sei anni.

Seconda sezione – La cultura bretone

Per Mucha l’arte è l’identità culturale di un popolo, lui stesso si ritrae con indosso la camicia ricamata della tradizione slava. Negli anni che trascorre in Francia, riconosce una profonda affinità tra la cultura popolare ceca e quella celtica, si appassiona alla cultura bretone e si viaggia spesso in Bretagna per osservarla da vicino. I viaggi in Bretagna sono documentati dai numerosi schizzi e fotografie dei paesaggi e della cultura popolare locali, e in particolare dei diversi stili decorativi e costumi popolari della regione.

Terza sezione – Manifesti pubblicitari

Nell’arco di vent’anni Mucha disegna e realizza circa centoventi manifesti, molti dei quali sono considerati oggi vere e proprie icone dell’Art Nouveau. Diventa il principale esponente della cartellonistica, nonché il grafico più richiesto e copiato della Parigi di fine secolo. Arte e pubblicità hanno, l’obiettivo comune di trasmettere al pubblico un messaggio, non importa che sia un messaggio per un prodotto commerciale o un messaggio sacrale, religioso o storico. L’attività pubblicitaria rappresenta dove sperimentare nuove modalità di comunicazione. Bevande alcoliche, champagne, birre liquori, o detersivi, profumi, biciclette, sigarette, l’oggetto reclamizzato passa in secondo piano, protagonista è sempre una fanciulla idealizzata ed elegante.

Quarta sezione – Epopea slava

Nel 1910 Mucha ritorna in patria, dopo venticinque anni di assenza, per servire la patria con la propria arte. Durante uno dei suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti, conosce Charles Richard Crane, un ricco uomo d’affari, slavofilo che si appassiona alla sua visione di una nuova Europa. Da quel momento Mucha potrà dedicarsi alla creazione dell’Epopea slava, un monumentale capolavoro con un messaggio che invita il popolo slavo a imparare dalla storia per poter progredire verso il futuro e la libertà. Negli stessi anni si occupa di altri progetti pubblici, tra cui la decorazione degli interni del municipio di Praga, il disegno di una vetrata artistica per la cattedrale praghese di San Vito. Tra i più begli esempi di queste ultime opere c’è il dipinto conclusivo del ciclo, Apoteosi: slavi per l’umanità.

Quinta sezione – Lo stile Mucha

L’avvento del modernismo porta dei cambiamenti rivoluzionari nel concetto di arte, anche la tradizionale nozione di bellezza viene messa in discussione per accogliere idee nuove. In un periodo di grandi cambiamenti, Mucha cerca invece nell’arte un valore universale. L’artista ceco rifiuta l’idea che l’arte possa mutare. Scrive “L’arte non può essere nuova. L’idea di arte ‘moderna’ come moda passeggera è offensiva. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo. L’arte si trova in costante sviluppo ed è sempre qualche passo avanti all’umanità”. È ferma convinzione dell’artista ceco che una bella opera costituisca il “simbolo del bene” e contribuisca a sollevare l’animo del pubblico, finendo col generare una società migliore. Le opere di Mucha, dai disegni alle stampe decorative, saranno poi riproposte come calendari, cartoline e persino oggettistica, e riprodotti in molte riviste d’arte sia in Francia che all’estero, diffondendo così “lo stile Mucha” ovunque. Il suo stile, divenuto di gran moda, influenzerà tutta l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1900.

Sesta sezione – Art Nouveau in Italia

Le innovazioni linguistiche di Mucha, rese uniche dall’inedita concezione decorativa di ispirazione naturalistica, dall’uso espressivo della linea in movimento, dalle composizioni libere e dalla fascinazione per la figura femminile, interpretano lo spirito dell’arte che si diffonde nelle maggiori capitali europee a partire dalla fine dell’Ottocento. Le opere dell’artista ceco incarnano i principi del grande fermento che interessa l’Europa del secolo e contribuiscono a plasmare il modello stilistico dell’Art Nouveau ridefinendo il concetto di bellezza. Proprio la fanciulla etera, dai movimenti aggraziati e armoniosi, più volte immortalata da Mucha, diventa il simbolo dell’immaginario Liberty – declinazione italiana dell’Art Nouveau – nel manifesto disegnato da Leonardo Bistolfi per la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna Torino del 1902, la manifestazione che sancisce l’esplosione del nuovo linguaggio artistico nel nostro Paese e di fatto rappresenta “l’ingresso ufficiale dell’Italia sulla scena europea”.

 

 

 

Alphonse Mucha. La seduzione dell'Art Nouveau

Luogo
Museo degli Innocenti, Piazza della SS. Annunziata,13 - 50121 Firenze
Data
27 ottobre 2023 – 7 aprile 2024
Orario apertura
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
Mostra + Museo degli Innocenti
Intero € 16,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 14,00 (audioguida inclusa)
Informazioni
tel. 055 0981881
Sito
www.arthemisia.it
www.museodeglinnocenti.it