Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco

Il bellissimo palazzetto, sede del museo dal 1948, fu costruito tra il 1520 e il 1523 per un alto prelato bretone, Thomas le Roy. La bizzarra denominazione Farnesina ai Baullari è dovuta ai simboli dei gigli di Francia e degli ermellini inclusi nella decorazione del palazzo, mentre l’ideazione dell’architettura si attribuisce, secondo recenti studi, a Jean de Chenevières, architetto della chiesa nazionale S. Luigi dei Francesi originario di Rouen.

Nel XVII secolo l’edificio passò in proprietà alla Famiglia Silvestri imparentata con i Barberini come testimoniano i simboli nobiliari delle due casate negli affreschi del soffitto della loggia al Primo piano.

A fine Ottocento però, a causa delle trasformazioni urbanistiche in atto in tutta la città, il palazzo fu restaurato e in parte modificato dall’ingegnere romano Enrico Guj e, proprio in occasione degli interventi di demolizione e ricostruzione della parte dell’edificio su Corso Vittorio Emanuele II, avvenne un importante ritrovamento: una casa romana risalente al III-IV secolo d.C. con relativo ciclo di pitture murali.

L’esposizione dei reperti archeologici della raccolta del Senatore Barracco si articola in nove sale su due piani; il Primo piano (Sale da I a IV) presenta pezzi di arte egizia, mesopotamica, fenicia, etrusca e cipriota. Si prosegue la visita al Secondo piano, le cui sale (dalla V alla IX) sono dedicate alla scultura greca e romana. Nelle Sale VII e VIII è sistemata una pregevole raccolta di ceramiche greche e italiche. La Sala IX conserva corredi funerari di età romana, in particolare ritratti provenienti da sepolcri di III secolo d.C.

Conclude il percorso un importante pezzo di XII secolo, il frammento di un mosaico proveniente dall’antica decorazione dell’abside della Basilica di S. Pietro. L’opera, realizzata in pasta vitrea a fondo oro simboleggia l’Ecclesia Romana, la Chiesa di Roma.

Ritornando al Piano terra, a destra e a sinistra dell’ingresso, due sale ospitano le Biblioteche personali di Giovanni Barracco e di Ludwig Pollack, l’archeologo di fama internazionale che fu conservatore del museo dal 1904 e direttore onorario in seguito alla morte dell’amico Barracco. Le due biblioteche sono a disposizione degli studiosi.

Molto interessante la Sala dei Calchi (sempre al Piano terra), Giovanni Barracco, infatti, si occupò anche di reperire una serie di calchi di opere antiche conservate in altri musei.

Alla sua morte, avvenuta nel 1914, la collezione contava circa 400 pezzi.

Infine, nella stessa sala, una postazione informatica fornisce al visitatore un video con immagini, notizie e approfondimenti sulla vita di Barracco e la sua preziosa collezione.
 
 
Il barone Barracco

Giovanni Tommaso Carlo Barracco nasce in Calabria a Isola di Capo Rizzuto nell’aprile del 1829.

Ancora liceale si appassiona allo studio di testi classici greci e latini anche grazie agli insegnamenti del suo precettore Don Costanzo Lopez. Più tardi, durante gli studi a Napoli, l’amicizia con Giuseppe Fiorelli, direttore del Museo Archeologico, lo induce a coltivare uno speciale interesse per l’arte antica, in particolare per la scultura.

Le sue oneste convinzioni politiche a favore della spedizione di Garibaldi e dell’Unità d’Italia gli valgono l’elezione a deputato del Regno d’Italia già a trentadue anni, l’impegno politico lo porta a vivere prima a Torino, poi a Firenze e infine a Roma.

Proprio a Torino la sua passione per l’archeologia si rafforza al punto che le continue visite al Regio Museo delle Antichità Egizie gli fanno sorgere il forte desiderio di dare inizio a una sua collezione privata.

Nel 1870 il deputato Barracco si trasferisce a Roma, appena proclamata capitale; abita in un grande appartamento in Via del Corso che ben presto diventa una casa-museo. Per ampliare la sua raccolta di reperti, da quelli egizi a quelli medievali, si avvale sempre più spesso della competenza e dell’esperienza di amici quali Wolfganf Helbig, il conte Dionisi Piomarta ed Ernesto Schiaparelli. Particolarmente preziosa è la collaborazione di Ludwig Pollack che sarà il primo Conservatore del Museo fino al 1943, anno della sua deportazione ad opera della Gestapo.

Intanto nel 1886, il barone viene nominato Senatore del Regno, per la sua alta moralità e il suo impegno per lo sviluppo del Meridione. Non avendo mai avuto eredi, decide di donare la sua collezione e la sua biblioteca alla città di Roma e, oltre alla cittadinanza onoraria, ottiene un terreno per la costruzione di una sede museale in Corso Vittorio Emanuele II: il Museo di Scultura Antica.

Barracco muore nel 1914. Aveva acquisito anche molte onoreficenze l’ultima delle quali (1911) lo dichiarava Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Purtroppo i lavori di sistemazione di Corso Vittorio Emanuele II del 1938 decretarono la demolizione del Museo di Scultura Antica, per dieci anni la raccolta archeologica rimase nei depositi dei Musei Capitolini, ma nel 1948 vide la definitiva sistemazione nell’attuale sede, la Farnesina ai Baullari.

 

Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco

Corso Vittorio Emanuele 166/A – 00186 Roma
Orario
Ottobre – maggio
Da martedì a domenica ore 10.00 – 16.00
(ingresso consentito fino alle 15.30)
24 e 31 dicembre ore 10.00 – 14.00
(l’ingresso è consentito fino alle 13.30)
Giugno – settembre
Da martedì a domenica ore 13.00 – 19.00
(ingresso consentito fino alle 18.30)
Chiusura: Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre Ingresso gratuito
www.museobarracco.it
info.museobarracco@comune.roma.it