Agli Uffizi aprono nuove sale dedicate al Cinquecento

Da maggio i visitatori di una delle più importanti sedi museali possono ammirare i capolavori veneti e fiorentini della collezione medicea in 14 sale che vanno a comporre una nuova, ampia sezione dedicata al Cinquecento, che per definizione incarna il secolo d’oro della pittura italiana.


La Venere di Urbino di Tiziano è affiancata dalla Flora, anch’essa di Tiziano, e dalla Fornarina di Sebastiano del Piombo. Le tre celeberrime dame potranno essere ammirate in una sala appositamente dedicata. Tornano finalmente visibili le opere di Lorenzo Lotto, Tintoretto, Veronese, molte delle quali da tempo non più visibili, che completano la collezione di pittura veneta degli Uffizi. Su questo lato è stata aperta una finestra sull’Arno, con vista sul fiume e sulle colline a sud della città, al fine di ristabilire il contatto degli Uffizi con il suo contesto urbano.


I colori delle pareti sono stesi secondo gli antichi metodi, rendendoli vibranti e vivi: verde per la pittura veneta – un verde ripreso dai tendaggi e dai rivestimenti dei muri che si vedono in tanti dipinti del Rinascimento veneziano – mentre per gli spazi destinati alla scuola toscana è stato scelto un grigio scuro, che richiama la pietra dell’architettura degli Uffizi, ma con un tono più caldo e vellutato. 
I visitatori possono ammirare di nuovo, dopo dieci anni di permanenza in deposito, la “Madonna del Popolo” di Federico Barocci, capolavoro di grandi dimensioni del maestro urbinate, che il granduca Pietro Leopoldo comprò a caro prezzo per le collezioni fiorentine. Accanto, sempre del Barocci, lo splendido Noli me tangere e, nella parete vicina, quello dipinto da Lavinia Fontana, grande pittrice bolognese: due versioni dello stesso soggetto, due culture diverse a raffronto.

Le stanze accanto alla sala del Pilastro sono state allestite come “studioli”, con opere di piccole dimensioni: una con dipinti sacri, l’altra con soggetti profani, tutti visibili nel dettaglio grazie alla protezione con vetri speciali, che permettono di avvicinarsi e di apprezzare ogni pennellata. Torna visibile anche la Caduta degli Angeli ribelli di Andrea Commodi, un drammatico groviglio di anatomie umane con il quale il pittore fiorentino si confrontò direttamente con il Michelangelo della Cappella Sistina. Vi è infine la zona delle Dinastie, dove i ritratti dei Medici di Bronzino (tra i quali anche la famosa ‘Eleonora da Toledo con il figlio Giovanni’) spiccano sul fondo grigio scuro.