Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno

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È l’estate del 1929 quando la famiglia Balla si trasferisce nell’abitazione di via Oslavia, nel quartiere Della Vittoria. Un appartamento “impiegatizio” che per Giacomo Balla, la moglie Elisa Marcucci e le due figlie Luce ed Elica, anch’esse pittrici, diverrà la casa della vita, il luogo eletto trasformato dalla famiglia in opera d’arte. Le porte, i lampadari, i rivestimenti delle pareti, i mobili delle stanze, tutto è nel nome dell’estro di Balla, portentoso artista torinese, ma romano d’adozione, pioniere del Futurismo, con risvolti scientifici e tecnici nell’arte, segnati da intuizioni geniali come lo sconfinamento nella realizzazione di oggetti di uso quotidiano.

In questo appartamento dove Balla ha vissuto dal 1929 con la moglie Elisa all’anno della morte nel 1958 e, dopo di lui, sono rimaste le figlie Elica e Luce (nomi quanto mai evocativi delle sue ricerche appassionate) fino agli anni Novanta. Come racconta Bartolomeo Pietromarchi che con Domitilla Dardi ha curato il progetto su Balla per il Maxxi: «Casa Balla diventa la sua tela e materia, espressione concreta di un artista totale». D’altronde, scrivevano nel 1915 Giacomo Balla (1871 – 1958) e Fortunato Depero (1892 – 1960) nel loro Manifesto per la ricostruzione futurista, l’idea risoluta era quella di «ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente».

La casa di Balla in via Oslavia rispecchia esattamente questo credo. Uno scrigno che è stato al centro di un lungo, faticoso, complesso intervento di restauro, supervisionato dai tecnici della Soprintendenza, ma che non ha mai aperto i battenti al grande pubblico. Se ne era parlato intensamente nel 2009 (all’epoca l’allora assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi seguiva da vicino le fasi di restauro con l’idea di aprirlo, col sogno di mettere in rete in un circuito virtuoso le case-museo degli artisti di Roma).

Ora dopo anni di silenzio, la svolta con il programma curato dal Maxxi «Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno». «Finora mai aperta al pubblico – dice Pietromarchi – dopo la morte delle figlie, la casa è rimasta chiusa per una serie di ragioni ereditarie. All’inizio degli anni Duemila è stato posto il vincolo dalla Soprintenendenza come bene storico di particolare importanza artistico-culturale e la Banca d’Italia, negli ultimi anni, ha visto piccoli interventi di restauro. Ora, per la prima volta, abbiamo stretto un accordo con gli eredi per aprirla in sicurezza, con visite guidate su prenotazione di piccoli gruppi», ogni fine settimana per cinque mesi. Il suo futuro?

Casa Balla è un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti e porte dipinte, mobili e arredi decorati, utensili autocostruiti, quadri e sculture, abiti disegnati e cuciti in casa e tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale. La Casa è un’officina, un universo costellato di forme e colori nel quale tutt’oggi si respira un’atmosfera che riflette le idee espresse nel manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’universo, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel 1915. Nell’universo balliano convivono funzionalità ed estetica creando un connubio nuovo e vitale: l’Arte investe tutto e gli oggetti ideati e costruiti per l’uso quotidiano, tavolini, sedie, scaffali, cavalletti, posacenere, piatti, piastrelle, seppur poveri nei materiali, sono ricchissimi nella vena creativa e rendono l’appartamento un luogo magico di metamorfosi.

Casa Balla, salotto intellettuale per molte personalità dell’arte e della cultura, ha chiuso le sue porte negli anni novanta con la scomparsa delle signorine Balla. Dichiarata di interesse culturale dal Ministero della Cultura nel 2004, solo oggi grazie a un lungo e attento lavoro di ricognizione, studio e messa in sicurezza dei beni curato dal MAXXI e dalla Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con gli eredi è stato possibile allestire la casa con i lavori del Maestro e delle sue figlie e renderla finalmente fruibile al pubblico restituendone l’anima di fucina creativa.

«Per il momento – conclude Pietromarchi – l’apertura dell’appartamento è legata a questo progetto. Ma speriamo davvero sia il primo passo per restituirla al pubblico in maniera permanente». L’apertura della Casa Balla avrà il suo evento nel Maxxi con una mostra che raccoglie disegni, oggetti, bozzetti, arredamenti, messi in dialogo con opere create appositamente da architetti, artisti e designer italiani e internazionali contemporanei. Evento realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic e il contributo di Banca d’Italia.