Max Ernst a Milano
a Palazzo Reale

  • Una sala dell'allestimento della mostra
  • Una sala dell'allestimento della mostra
  • Una sala dell'allestimento della mostra
  • Una sala dell'allestimento della mostra
  • L’angelo del focolare, 1937, Olio su tela, 114 x 146 cm, Collezione privata, Svizzera. Classicpaintings / Alamy Stock Photo © Max Ernst by SIAE 2022
  • Gli uomini non ne sapranno nulla, 1923, Olio su tela, 80,3 x 63,8 cm, Tate, acquisito nel 1960. © Tate, London, 2022 © Max Ernst by SIAE 2022
  • La festa a Seillans, 1964, Olio su tela, 130 x 170 cm, Centre Pompidou, Paris, Musée national d’art moderne/ Centre de création industrielle © 2022. RMN-Grand Palais / Photographer: Georges Meguerditchian © Max Ernst by SIAE 2022
  • Edipus Rex, 1922, Olio su tela, 93 x 102 cm, Collezione privata, Svizzera. Album / Fine Arts Images / Mondadori Portfolio © Max Ernst by SIAE 2022
  • Pietà o La rivoluzione la notte, 1923, Olio su tela, 116,2 x 88,9 cm, Tate, acquisito nel 1981 © Tate, London, 2022 © Max Ernst by SIAE 2022

 

Ha aperto a Milano, la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.
La mostra, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, in collaborazione con Madeinart, è curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech.

Oltre 400 sono le opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero. Tra questi: la GAM di Torino, la Peggy Guggenheim Collection e il Museo di Ca’ Pesaro di Venezia, la Tate Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Cantini di Marsiglia, i Musei Statali e la Fondazione Arp di Berlino, la Fondazione Beyeler di Basilea, il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid.

All’ingresso delle sale espositive il pubblico si inbatte con un capolavoro che compie quest’anno un secolo, Oedipus Rex (1922).
Le prime due sale, intitolate 1. La rivoluzione copernicana; 2. All’interno della visione, accompagnano la prima parte della biografia di Ernst, Germania: 1891-1921. Vi si narrano gli anni dell’infanzia e della formazione in Germania, fonti di memoria e ispirazione per tutta la vita dell’artista; la Grande Guerra, combattuta in prima persona ed equiparata a un periodo di morte; la risurrezione, il ritorno alla vita, il matrimonio e la nascita del figlio Jimmy, l’avvento rivoluzionario di Dada e l’invenzione del collage, la prima mostra in Francia e il proto-surrealismo.

La seconda parte della biografia – Francia, 1922-1940 – accompagna le due sale successive.

Nella numero 3. La casa di Eaubonne, ripropone una ricostruzione, integrata con frammenti originali, della casa affrescata in cui Ernst visse il ménage a trois con Gala e Paul Éluard.
Il ruolo centrale dell’amore, dell’amicizia e dell’erotismo nelle sue scelte e nella sua poetica diventa poi protagonista della sala 4. Eros e metamorfosi.

Tra le opere presenti nelle prime 4 sale: Crocifisso (1914), Fiat Modes Pereat Ars (1919), I Cormorani (1920), Les Malheurs des Immortels (1922, nell’unica edizione acquarellata), i frammenti della casa di Eaubonne (1923), Il bacio (1927), Gli uomini non ne sapranno nulla (1927).

La mostra prosegue raccontando gli anni trascorsi da Ernst a Parigi e in Francia, l’affermarsi del Surrealismo, il secondo matrimonio con Marie-Berte e poi l’amore con Leonora Carrington, le amicizie profonde, gli scambi e le collaborazioni con tanti protagonisti delle avanguardie, i viaggi e le sperimentazioni, l’avvento della Seconda Guerra, la prigionia da “artista degenerato” ricercato dai nazisti. L’esilio negli Stati Uniti, organizzato grazie al supporto del figlio Jimmy e soprattutto di Peggy Guggenheim, che l’artista sposerà per un breve periodo, introduce alla parte della biografia America, 1941-1952. L’inserimento nella scena internazionale di New York, il grande amore e poi il matrimonio con Dorothea Tanning, il trasferimento a Sedona, in Arizona, nella casa costruita e decorata dagli artisti, introducono alle successive sale: 5. I quattro elementi (foreste/terra, uccelli/aria, mare/acqua, orde/fuoco), 6. Natura e visione, 7. Il piacere di creare forme (Gestaltungslust) – il piacere dell’occhio (Augenlust). Qui emerge in particolare il ruolo che la natura e il paesaggio ricoprono nell’invenzione di tecniche (frottage, grattage, decalcomania e dripping), nella creazione di filoni del fantastico e del meraviglioso che investono anche la scultura e l’oreficeria, riflettendo una costante tensione dialettica tra parola e immagine, tra spirito e materia. Tra le opere presenti in queste sezioni, si segnalano Histoire Naturelle (1925), Monumento agli uccelli (1927), La foresta (1927-28), Uccello-testa (1934-35), Un orecchio prestato (1935), La città intera (1936-37), Un tessuto di menzogne (1959), La festa a Seillans (1964).

Il ritorno in Europa, 1953-1976, prosegue con la sala numero 8., intitolata Memoria e Meraviglia, che raccoglie opere dei diversi decenni e illustra come la storia della cultura, il ritorno dell’antico diventino fonti d’ispirazione e oggetto dell’arte meravigliosa di Ernst: un’arte che intrattiene con il passato e la memoria un rapporto intimo e consapevole. Tra le opere presentate: Pietà o La rivoluzione la notte (1923), L’antipapa (ca.1941), L’angelo del focolare (1937), Sogno e rivoluzione (1945-’46), Progetto per un monumento a Leonardo da Vinci (1957), Tra le strade di Atene (1960), Hölderlin, Poemi (1961), Il Romanticismo (1964), Ritratto di un antenato (1974).
Un gran finale, con lo sguardo rivolto alle stelle, è rappresentato dalla sala 9. intitolata Cosmo e crittografie.
Negli anni che precedono lo sbarco dell’uomo sulla Luna, arte e scienza dialogano nelle opere di Ernst, dischiudendo sguardi inediti sul cosmo e coinvolgendo l’astronomia come l’antropologia, la fisica come la patafisica. Opere, libri e cinema introducono alle straordinarie scritture segrete dell’artista, a quelle crittografie che si spingono oltre ai linguaggi codificati e si rivolgono a coloro che sono capaci di svelare i misteri del cosmo.

Tra le opere esposte: Il mondo dei naives (1965), Il mondo dei confusi. Rifiuto assoluto di vivere come un tachiste (1965), Maximiliana o l’esercizio illegale dell’astronomia (1964).

Come in una grande Wunderkammer, e in analogia con l’universo di Max Ernst, la mostra e il volume che l’accompagna sfidano i visitatori a cimentarsi in affascinanti e intriganti giochi di percezione tra stupore e meraviglia, ove logica e armonia formale si accompagnano a enigmi impenetrabili, ove opere, tecniche e costellazioni di simboli conducono oltre la pittura.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa, da una guida e da una nuova edizione, sempre di Electa, di due opere fondamentali di Paola Dècina Lombardi sul movimento surrealista: Surrealismo 1919-1969. Ribellione e immaginazione e La donna, la libertà, l’amore. Un’antologia sul surrealismo.

Mostra Max Ernst
Organizzatori Palazzo Reale, Comune di Milano, Electa
Curatori Martina Mazzotta e Jürgen Pech
Dove Palazzo Reale Milano
Orari lunedì chiuso. Martedì, mercoledì, venerdì, sabato,
domenica:10-19.30. Giovedì: 10-22.30. Ultimo ingresso
un’ora prima della chiusura della mostra
Biglietti
intero 15 euro
ridotto 13 euro